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AUTISMO: Diventare un genitore professionista Esplorando il mondo sensoriale dell’autismo

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In questo breve testo vi raccontiamo di Olga Bogdashina, una persona che vive a stretto contatto con l’autismo, elemento importante della sua vita pubblica e privata. Olga ha due figli, uno asperger e l’altro autistico a basso funzionamento ed è una ricercatrice, in particolar modo per ciò che riguarda la percezione sensoriale nell’autismo, lo sviluppo del linguaggio e la comunicazione nelle persone autistiche.

Dal 1994 questa madre ricercatrice è direttrice del primo Centro Diurno per bambini autistici in Ucraina. Sicuramente avere dei figli autistici è un’esperienza di vita importante, una parte del vissuto che porta molti genitori a vivere ed interagire con persone che hanno un funzionamento che si discosta dalla media comune. Questo aspetto crea spesso molte difficoltà reciproche nell’interazione tra figli e genitori. Non dobbiamo nemmeno trascurare il fatto che spesso non è facile giungere ad una diagnosi di autismo, soprattutto quando si tratta di forme lievi. Vi porto un esempio personale. A me l’asperger venne diagnosticato quando avevo sette/otto anni, ma un mio familiare ottenne la mia stessa diagnosi a quarantotto anni.

 AUTISMO: Diventare un genitore professionista Esplorando il mondo sensoriale dell’autismo

L’obiettivo di questo libro è quello di offrire consigli a tutti i genitori di figli autistici, in modo tale che si possa creare un ponte tra di loro, ovvero delle modalità che facilitino l’interazione tra figlio e genitore, due persone con un funzionamento differente, ma che comunque possono trovare insieme la maniera di comunicare e interagire tra loro.

Affinché ciò avvenga è di vitale importanza che i genitori di figli autistici conoscano cosa sia l’autismo e questo testo propone un’interessante chiave di lettura riguardo questo particolare modo di essere. Fabrizia Rondelli, Presidente dell’Associazione Ortica di Milano, si è occupata di tradurre questo testo dall’inglese all’italiano, rendendolo perciò facilmente comprensibile anche a coloro che non conoscono l’inglese. Nella seconda parte del titolo del libro si evince che l’autrice ha posto il focus della narrazione sul funzionamento sensoriale delle persone autistiche. La percezione sensoriale nelle persone autistiche è infatti particolare. Spesso noi autistici ci sentiamo immersi in una realtà tanto, troppo piena di stimoli sensoriali. Cosa vi succederebbe se, aspettando l’arrivo di un treno alla stazione, sentiste lo stridore di un treno che si ferma a pochi passi da voi? Probabilmente questo sgradevole rumore provocherebbe in voi solamente una sensazione temporanea di fastidio. Una persona autistica invece potrebbe percepire questo rumore come amplificato, soffrire più di una persona non autistica e avere una crisi.

Spesso nelle persone autistiche, di frequente stressate da numerosi stimoli emotivi o sensoriali, un evento apparentemente banale può essere la goccia che fa traboccare il vaso. Da bambino, infatti, non amavo per nulla i rumori forti, anche se con gli anni mi ci sono abituato quasi del tutto. Nelle persone autistiche la comunicazione è atipica, tanto è che vero che per noi autistici è spesso fonte di disagio guardare in faccia una persona mentre questa ci parla. Concludo questa introduzione con una mia considerazione: le persone autistiche e non possono comunicare e interagire tra loro, ma solo se entrambe sono disposte a mettersi in discussione. Non c’è un modo giusto o sbagliato di essere, l’importante è comprendere le esigenze dell’altro e ad accettarne la diversità.

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